Il mio lavoro esplora la misoginia, il trauma, la salute mentale e l’esperienza di vivere in un corpo femminile—temi plasmati dal dolore personale e collettivo, dalla malattia cronica, dall’identità di immigrata e dalle storie che gli altri mi affidano. Considero la tela come uno spazio fisico che può essere strappato, cucito, stratificato e ricostruito, combinando elementi poetici e viscerali per riflettere il corpo e la mente nel dolore. La mia arte non è pensata per essere decorativa; è nata per evocare emozioni e invitare alla riflessione.
Man mano che la mia ricerca evolve, sto esplorando nuovi temi legati ai sistemi di oppressione, inclusi quelli culturali e spirituali. Opere recenti come The Sinner e Lost Faith indagano l’impatto emotivo e psicologico dell’abuso religioso e il complesso processo di perdita della fede. Parallelamente, sto sperimentando nuovi materiali, tecniche e idee mentre continuo a definire la mia voce artistica.
Pur attraversando temi mutevoli, il mio lavoro continua a cercare momenti di guarigione, forza e delicatezza—piccoli gesti di forza dentro esperienze dolorose